IL PRINCIPE GIOACCHINO LUIGI NAPOLEONE VIII

Il suo nome è Sua Altezza Joachim Louis Napoléon VIII Principe Murat e di Pontecorvo, nato a Boulogne-Billancourt il 26 novembre 1944, unico figlio maschio di Joachim Murat (m.1944) e di Nicole Véra Claire Hèlène Maurice Pastre (n.1921), discendente diretto del famoso Gioacchino Murat (1767-1815) tra i più famosi marescialli  di Napoleone I e marito della sorella Carolina Bonaparte (1782-1839). Principe dell’Impero, Granduca di Berg e Cleves ma soprattutto re di Napoli dal 1808 al 1815.
Egli discende non solo dall’impetuoso re Gioacchino e dai Bonaparte, ma per una amalgama di matrimoni dei suoi avi anche da altri due marescialli napoleonici: Louis Alexandre Berthier principe di Wagram e Neuchatel e  Michel Ney duca d’Elchingen, inoltre, tra i suoi antenati Joachim Louis Napolèon può annoverare François Clary (m.1794) che fu padre della famosa Désirée Clary, amata dal giovane Napoleone Bonaparte e poi sposa del maresciallo Jean-Baptiste Bernadotte poi re di Svezia col nome di Carlo XIV Giovanni e capostipite di tutte le Case Reali europee del Nord Europa. Un altro suo avo fu Wilhelm von Wittelsbach duca in Baviera (m.1837) bisnonno della famosa “Sissi” sposa del Kaiser Francesco Giuseppe e dell’ultima Regina delle Due Sicilie, Maria Sofia, nel secolo scorso i Murat si sono apparentati anche con gli Orléans. A noi interessa in quanto nonostante i Murat fossero di umili e borghesi origini,  riuscirono in meno di un secolo ad imparentarsi con le più antiche casate regali europee, un altro illustre antenato è Amedeo VIII duca di Savoia (1383-1451) che fu Antipapa col nome di “Felice V” nel 1439!
Tutti questi nobili legami non devono far dimenticare ai suoi discendenti e maggiormente all’erede Principe Murat, che essi devono custodire e rinnovare lo spirito del loro indomito antenato Gioacchino, figlio di un albergatore, militare durante la Rivoluzione Francese, condottiero eroico durante il Primo Impero, sovrano infaticabile del più grande Stato della nostra Penisola e fautore di un’Italia unita grazie al famoso “Proclama di Rimini” del 30 marzo 1815,  nel quale per la prima volta egli chiamò gli Italiani poichè “L’ora è venuta che debbono compirsi gli alti destini dell’Italia. La provvidenza vi chiama in fine ad essere una nazione indipendente…”.
Dal 6 settembre 1808 quando entrando a Napoli successe come sovrano al cognato Giuseppe Bonaparte, destinato al trono di Spagna, e fino al 17 marzo 1815 quando partì al comando del suo esercito verso il Nord Italia contro l’Austria rompendo l’alleanza sottoscritta l’anno precedente e poi disconosciuta da Vienna per conservare anche dopo la disfatta di Napoleone I il trono napoletano, re Gioacchino s’impegnò per garantire ai suoi nuovi sudditi condizioni di vita migliori che non sotto i Borbone spodestati e rifugiati in Sicilia.
Troppo corposa la biografia di Murat per condensarla in poche righe, è bene ricordare comunque le varie riforme varate: quella dell’abolizione assoluta della feudalità, la riforma finanziaria attuata per garantire maggiori introiti nelle casse esangui dello Stato, con la confisca della “manomorta”, riuscendo a diminuire il debito pubblico da 35 milioni di ducati a 840mila!, ed ancora la riforma tributaria con l’istituzione dell’imposta fondiaria, l’adattamento del Codice Napoleonico alla realtà meridionale, la riforma delle amministrazioni locali, con la nascita del comune di Napoli ecc.
Vanitoso, ammirato dal gentil sesso, dopo essere stato sconfitto a Tolentino dagli austriaci il 3 maggio 1815,  ed imbarcatosi per la Francia, l’8 ottobre con un gruppo di fedelissimi sbarcò a Pizzo in Calabria, ove caduto prigioniero dei soldati del restaurato Ferdinando I di Borbone, dopo un processo  sommario venne fucilato il 13 ottobre seguente. Davanti al plotone d’esecuzione dimostrò ancora una volta il suo coraggio, quello dimostrato con la sua cavalleria al fianco di Napoleone su tutti i campi di battaglia d’Europa, idolatrato dalla truppa. Rifiutò di farsi bendare, pregando il plotone soltanto di “Sauvez ma face — visez mon cœur — feu!”, ordinando egli stesso il fuoco!
Joachim Louis Napoléon VIII Principe Murat è spesso in Italia invitato da varie amministrazioni civiche o associazioni storico-culturali per ricordare l’epopea del grande Avo, sempre rispettoso del processo unitario poi avvenuto, nonostante il suo bisnonno Luciano (1803-78) fosse stato indicato da Napoleone III, suo cugino, come possibile candidato per un Regno meridionale nei preliminari di Plombières, con il conte di Cavour, grazie alla sua grande attività diplomatica  svolta in passato: tra il 1849 ed il 1850 fu Ministro Plenipotenziario della Francia a Torino. Nel 1861 con un manifesto reclamò i suoi diritti sul trono di Napoli per rinverdire la proficua stagione riformista del genitore. Questo piano venne ostacolato sia dal partito democratico che dai moderati nonché dai fuoriusciti napoletani in Piemonte, raccogliendo le simpatie di un piccolo numero di aristocratici e di Aurelio Saliceti (1804-62) ex mazziniano già Ministro della Giustizia nell’effimero Governo costituzionale di re Ferdinando II di Bobone nel 1848.
Joachim Louis Napolèon vive in Francia ove è presidente di una importante società turistica e partecipa con i cugini Bonaparte, eredi dei diritti imperiali sul trono francese a tutte le manifestazioni bonapartistiche. L’8 ottobre 1969 ha sposato Laurence Marie Gabrielle Mouton (n.1945) a Parigi, dalla quale ha avuto: Carolina Letizia (n.1971), Joachim Charles Napolèon (n.1973) Principe di Pontecorvo, Laetitia Carolina (n.1975), Elisa Maria (n.1977) e Paolina Beatrice (n.1977).
GIUSEPPE POLITO
DIRETTORE BIBLIOTECA STORICA REGINA MARGHERITA PIETRAMELARA (CE)
 
DATA: 05.11.2010

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