Risposta alle critiche espresse in un post attribuito a Franco Cortese ma firmato da altro nominativo ed alle riserve espresse in ambito comunale in merito alla legittima esposizione o meno del quadro per la quale veniamo additati come poco rispettosi delle norme avendolo fatto senza alcuna autorizzazione.

Con riferimento alla prima critica faccio presente che sulla vasta raccolta di pubblicazioni che abbiamo raccolto nella LIBRERIA MURATTIANA presso il Castello Murat di Pizzo, sulle stampe e sui quadri rinvenibili sul WEB, sia i soldati del plotone di esecuzione che lo stesso Murat sono vestiti nei modi più disparati. Ne abbiamo estratto quattro dal Libro LETTRES D’UN ROI Correspondances du Marechal Murat edito a Parigi nel 2015 dalla Casa Editrice Louis Sampion Bouglione regalatomi personalmente dal Principe Joachim Murat a Pizzo in occasione del bicentenario della morte del Re e che vi propongo di seguito 

Pur essendo Noi studiosi e cultori della storia murattiana abbiamo chiesto la consulenza del Generale dell’Esercito Italiano Salvatore Moschella grande collezionista di reperti autentico militari dell’epoca napoleonica che trovasi esposti al MUSMI di Catanzaro. Mentre Murat non aveva nessuna divisa militare ma era vestito al momento della fucilazione con abiti da civile per come magistralmente descritti da Alessandro Dumas i soldati facevano parte della Guardia Reale Borbonica fatta venire apposta da Messina dove erano di stanza.

Dal Generale abbiamo avuto in regalo una stampa a colori della divisa indossata dai soldati del plotone d’esecuzione. Questa è la realtà dei fatti, il resto sono solo bugie e fandonie, tendenti screditare chi vuole bene al proprio paese.

Circa l’autorizzazione ad appendere il quadro ricordo a tutti che esiste da circa 20 anni un Museo provinciale Murattiano oltre alla Libreria Monotematica murattiana. Esso è composto dal Comune di Pizzo, dalla Provincia di Vibo Valentia e dall’Associazione Gioacchino Murat. La Provincia doveva finanziarlo con un contributo annuale, Il Comune doveva mettere a disposizione i locali del Castello e noi della Murat dovevamo trovare a nostre spese i reperti storici originali o quanto meno ricostruiti da esporre. Dei proventi dei biglietti del Museo una parte doveva essere girata all’Associazione come aiuto per operare. La Provincia il contributo l’ha erogato per un paio d’anni, poi è andata in crisi dalla quale si deve ancora rimettere, quindi niente contributi. Il Comune ha messo a disposizione il Castello con il personale necessario, per qualche anno ha contribuito alle spese della Rievocazione storica. poi nulla più. Siamo rimasti creditori insoddisfatti di un contributo regionale che ci doveva essere stornato di oltre 4000 euro. L’Associazione Murat invece ha arredato nella misura di circa l’80% le Sale del Castello del Primo Piano, ha comprato mobili, scrivanie, sedie, armadi di vario tipo. quadri e stampe autentiche o semplici riproduzione, ha acquistato e fatto installare la mastodontica libreria che trovasi nella Sala in cima alla Scala. Tutto questo è stato dettagliatamente verbalizzato con la funzionaria responsabile dell’Ufficio Cultura e comunicato alla Direzione Regionale delle Entrate in quanto patrimonio di una ONLUS. Tutto questo senza mai chiedere il permesso a nessuno in quanto, in tal modo l’Associazione, ha semplicemente assolto i propri doveri contrattuali come parte attiva del Museo Provinciale. Anzi dovevano essere la controparti a chiedere a norma di statuto il parere tecnico scientifico ai nostri esperti. Da ultimo il quadro è stato autorizzato dal Sindaco pro tempore del 2019, approvato dagli Uffici Cultura della Regione Calabria, riconfermato dall’attuale Commissione Prefettizia e adesso ci viene chiede di toglierlo dal luogo in cui è stato collocato perchè non autorizzato. Riteniamo la richiesta frutto di mancata informazione da parte degli Uffici competenti presso i quali dovrebbe esistere un apposito fascicolo a nome della Murat Onlus, il più importante operatore culturale di Pizzo, dove contenuti tutti gli atti deliberativi relativi a tutto quanto sopra esposto.

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